La leggenda narra che sulla tomba di Adamo, seppellito sul monte Tabor, nacque la pianta dell’ulivo e il suo seme provenisse dal paradiso terrestre. L’ulivo è sicuramente una delle colture più importanti del bacino del Mediterraneo. Simbolo da sempre di sacralità e spiritualità in tutte le religioni, ma anche di pace, di forza e resistenza al passare del tempo. Alcune indagini hanno fatto emergere che alberi del tipo “olea”, già dodici milioni di anni fa, erano presenti sulle coste del Mediterraneo, prima della comparsa dell’uomo sulla faccia della terra.
Le origini della pianta addomesticata, però, vengono fatte risalire all’Asia Occidentale. Le prime informazioni lo danno presente in quella zona più di seimila anni fa. Sia nella civiltà Greca che in quella dell’Antica Roma erano presenti piante di olivo selvatico o oleaster che ad opera di popolazioni della Siria furono trasformate in olivo domestico ed in seguito attraverso le isole passarono in Grecia, soprattutto nell’Attica, e nella pianura vicino ad Atene, diventando nella mitologia Greca la pianta sacra della dea Atena.
Anche in Italia le piante di olivo, sotto forma selvatica, esistevano da molto tempo e vi è testimonianza di coltivazione dell’olivo già fra l’VIII e il VII secolo a.C. Attualmente l’ipotesi più accreditata fa pensare che la coltivazione dell’olivo in Italia sia stata portata dai greci ma che la vera produzione di olio risalga agli Etruschi dando il nome eleiva al frutto. Nel Rinascimento l’olivo diventa “coltura da reddito” tramite statuti ed editti e specifiche magistrature preposte al suo sviluppo, tanto che nel 1400 l’Italia era il maggiore produttore di olio d’oliva del Mondo, soprattutto nell’agro fiorentino.
Nel 1500, con le spedizioni in America, viene esportato nel nuovo mondo e, tramite missionari francescani, dopo due secoli raggiungere le California. Ci fu una pausa nelle produzioni di olio sotto la dominazione spagnola per il loro interesse nel proteggere il prodotto interno.
La ripresa avviene nel 1700, data in cui si incomincia a catalogare l’ulivo ed i suoi frutti classificandoli secondo la provenienza geografica. L’Italia in questo periodo è considerata la migliore produttrice di olio e la sua fama raggiunge tutta l’Europa fino alla Russia. Nel 1944 Re Umberto emanò un decreto, tutt’ora in vigore, che vieta l’abbattimento degli alberi di ulivo su tutto il territorio nazionale.